La patologia nodulare maligna della tiroide rappresenta il 3% dei tumori maligni e colpisce 40-50 individui su un milione di persone/anno. Le donne sono più colpite degli uomini nella proporzione di quattro a uno. Il cancro della tiroide è raro nei ragazzi con età inferiori ai 16 anni (tra 0,02 e 0,3 casi per 100.000 bambini); è eccezionale prima dei 10 anni. Nelle donne l’incidenza cresce dai 16 ai 40 anni e poi raggiunge un plateau. Negli uomini l’incidenza più alta si ha tra i 75 ed i 79 anni quando è comparabile a quella delle donne. L’incidenza massima si ha tra i 45 ed i 50 anni.
Fra i fattori di rischio ricordiamo la presenza di un gozzo tiroideo o pregresse forme di tiroidite, l’esposizione a radiazioni, la presenza di familiarità per cancro alla tiroide e la dieta ipoiodica.
La forma midollare può essere associata ad una sindrome chiamata neoplasia endocrina multipla di tipo 2 (o MEN 2) che ha una base genetica, per cui chi ne è affetto può avere in famiglia altre persone malate di cancro della tiroide o delle ghiandole surrenali (feocromocitoma).
Tra le forme di cancro a carico della ghiandola tiroide ricordiamo il carcinoma papillare (oltre il 75% dei casi) e il carcinoma follicolare (circa il 15%). Vi sono poi forme tumorali più rare (meno del 5% dei casi), come il carcinoma midollare della tiroide che origina dalle cellule parafollicolari o cellule C produttrici di calcitonina. Una forma particolarmente aggressiva, ma per fortuna rara (< 1% dei carcinomi tiroidei), è il cosiddetto carcinoma anaplastico della tiroide che dà precocemente metastasi a distanza.
Una volta riscontrato un nodulo è opportuno praticare i seguenti esami:
- Studio della funzionalità tiroidea
- Ecografia del collo
In base ai risultati si decide se praticare l’esame scintigrafico che ci permette di distinguere noduli caldi e noduli freddi. In caso di nodulo caldo, ipercaptante,viene generalmente esclusa la presenza di patologia tumorale. Se il nodulo è freddo o cistico è utile procedere ad un esame citologico mediante agoaspirato eco-guidato. Nella pratica clinica vige comunque l’indicazione all’asportazione di noduli freddi o ipocaptanti con diametro ≥ 10 mm.
Il trattamento dei tumori maligni della tiroide si basa sulla chirurgia. In genere si preferisce asportare tutta la ghiandola.
Un piccolo carcinoma papillare o follicolare della tiroide (<1 cm) può essere curato, in casi selezionati, con un intervento conservativo di lobectomia ed istmectomia, cioè l’asportazione del solo lato coinvolto e del tratto di tiroide che unisce i due lobi.