Presso gli ambulatori di Pescara (Via Mazzini 128) e Napoli (Via Andrea D’Isernia 38) è possibile effettuare la diagnosi delle infezioni da Papilloma Virus Umano e identificare i ceppi virali a rischio.
I Papillomavirus e il Papilloma virus umano
I Papillomavirus sono un ampio ed eterogeneo gruppo di DNA virus comprendente piu di 100 genotipi. I Papillomavirus umani (HPV, dall’inglese Human Papilloma Virus) afferiscono ai generi α (prevalentemente mucosali) e β (cutanei).
Il genere alfa comprende 50 genotipi diversi di HPV, distinti in un sottogruppo chiamato Low Risk, non oncogeno, che comprende l’HPV 6 e l’HPV 11 e causa la comparsa di lesioni papillomatose, ed un sottogruppo definito High Risk, il più pericoloso, che comprende i sottotipi HPV 16 e 18, responsabili dell’insorgenza di lesioni mucose con un’alta probabilità di trasformazione in cancro.
L’infezione del gruppo α colpisce le mucose della bocca e dei genitali e, pertanto, è sostanzialmente un’infezione a prevalente trasmissione sessuale.
Occorre premettere che le stime valutano che l’85% degli adulti abbia contratto nel corso della vita un’infezione da HPV. Fortunatamente nei soggetti immunocompetenti l’infezione ha un decorso rapido, spesso asintomatico, ed il virus viene inattivato senza ulteriori conseguenze.
Purtroppo in circa il 10% dei casi, specialmente nei casi di infezione da virus cosiddetti High Risk (tipo 16 e 18), l’infezione diviene persistente. In tal caso l’organismo non riesce a debellare il virus, che si lega stabilmente al DNA delle cellule infette e ne altera le proprietà. Il virus costringe quindi le nostre cellule a produrre delle sostanze, definite PROTEINE E6 e E7, che hanno lo scopo di inattivare alcuni “interruttori” cellulari (RB e P53) definiti “oncosoppressori” poiché inibiscono la trasformazione maligna delle cellule.
Gli studi mostrano che i contatti sessuali rappresentano il massimo fattore di rischio, specialmente tra i giovani adulti, ed è stato dimostrato che il rischio aumenta in maniera lineare con l’aumentare del numero di partner sessuali. Per l’infezione del cavo orale e dell’orofaringe anche il semplice bacio risulta essere rischioso.
È comunque opportuno ribadire che soltanto nel 10% dei casi l’infezione si trasforma in infezione persistente e causa delle lesioni precancerose. Le lesioni precancerose a loro volta impiegano per lo più alcuni anni prima di trasformarsi in un carcinoma infiltrante.
L’importanza della diagnosi precoce delle lesioni a rischio
Le localizzazioni dell’HPV a livello del distretto testa-collo sono rappresentate in ordine di frequenza da tonsille-orofaringe, mucose del cavo orale, laringe e raramente trachea.
Un’attenta visita specialistica otorinolaringoiatrica con ingrandimento ottico ed endoscopia consente l’identificazione precoce delle lesioni sospette e la successiva identificazione e genotipizzazione dei virus HPV grazie alle moderne metodiche di biologia molecolare.
L’amplificazione diretta da campione mediante gli strumenti di biologia molecolare rappresenta il metodo più veloce ed efficace per una diagnosi corretta che consenta di eseguire poi i necessari e periodici accertamenti diagnostici sui soggetti a rischio.
È oggi infatti possibile identificare in tempi brevi da un campione – che può essere sia una biopsia che un semplice brushing della mucosa interessata – non solo la presenza del virus ma la sua appartenenza ai vari tipi Low e High Risk.
Contatti
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Napoli
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085.9564060 – 333.4159026