La disturbi della deglutizione (disfagia) sono patologie comuni a tutte le età, soprattutto negli anziani. Il termine disfagia si riferisce alla sensazione di difficoltà nell’introdurre cibo o liquidi attraverso la bocca. Questa difficoltà può essere causata da molti fattori, la maggior parte dei quali sono temporanei e non minacciosi. La difficoltà nel deglutire raramente rappresenta una malattia più grave, come un tumore o una malattia neurologica progressiva. Quando le difficoltà non si risolvono naturalmente in un breve periodo di tempo, si dovrebbe consultare un otorinolaringoiatra.
Il processo di deglutizione ha quattro fasi correlate:
- La prima fase è la fase di preparazione orale, in cui viene manipolato e masticato il cibo.
- La seconda fase è la fase orale, dove la lingua spinge il cibo o liquidi nella parte posteriore della bocca, iniziando la risposta di deglutizione.
- La terza fase è la fase faringea che inizia quando il cibo o i liquidi passano attraverso la faringe in esofago
- Nella fase conclusiva esofagea, il cibo o il liquido passano attraverso l’esofago nello stomaco.
Anche se la prima e seconda fase hanno un certo controllo su base volontaria, le fasi tre e quattro si verificano involontariamente, senza l’intervento cosciente.
I sintomi
I sintomi di disturbi della deglutizione possono includere:
- Scialorrea o aumentata salivazione
- Una sensazione di corpo estraneo in faringe-ipofaringe
- Dolore faringeo,esofageo o toracico (quando il reflusso gastro esofageo è presente)
- Perdita di peso
- Tosse o soffocamento causato da episodi di inalazione
- Disfonia
Come vengono diagnosticati i disturbi della deglutizione?
Lo studio dei disturbi della deglutizione si basa su indagini sia radiografiche di studio dinamico della deglutizione mediante mezzo radio-opaco sia mediante studio endoscopico diretto delle varie fasi della deglutizione.
La valutazione endoscopica della deglutizione (Functional Endoscopic Evaluation of Swallowing) viene impiegata per definire le alterazioni strutturali e funzionali degli organi coinvolti, le abilità deglutitorie, l’adeguata protezione delle basse vie aeree, gli effetti di modificazioni delle caratteristiche reologiche del bolo sulla deglutizione e la valenza terapeutica di manovre protettive e posturali facilitanti. Il test viene eseguito mediante una sottile fibra ottica che tramite le fosse nasali raggiunge l’ipofaringe e la laringe. La fibra è collegata ad una telecamera che consente la visualizzazione delle immagini su di un monitor e la loro eventuale registrazione. L’esame viene eseguito prima senza assunzioni di boli alimentari quindi facendo deglutire al paziente prima dei boli semisolidi quindi solidi o liquidi secondo una precisa sequenza in quantità e consistenze diverse. L’analisi diretta del meccanismo della deglutizione consente di arrivare ad una precisa diagnosi del disturbo disfagico e della fase interessata.