Mascherina: quando fa bene e quando è male usarla
Da molti mesi ormai, dall’inizio della pandemia, è diventata un accessorio del quale non possiamo liberarci, visto anche l’ultimo Dpcm che ne conferma l’obbligatorietà all’aperto e nei luoghi chiusi e condivisi e ne raccomanda l’uso anche in casa, se si è in contatto con persone non conviventi.
Mascherina anti-Covid: quale scegliere
Quelle cosiddette di comunità sono le più utilizzate e di fatto sono quelle realizzate in tessuto, anche home made. L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una guida molto utile per l’autoproduzione, che prevede materiali a basso costo e facilmente reperibili”. “La mascherina di comunità è una misura igienica semplice, che blocca le famose ‘goccioline’ di saliva che escono quando respiriamo, parliamo, starnutiamo. Si tratta di un dispositivo quindi che protegge gli altri perchè ferma le particelle che escono dalla nostra bocca e vengono così chiamate perchè in grado di ridurre la quantità di virus emessa nell’aria. Se tutti la usassero sarebbe molto efficace, ma non da sola: devono essere associate al distanziamento e all’igiene delle mani”.
Mascherine chirurgiche: proteggono gli altri e anche noi
“Oltre alle mascherine di comunità ci sono poi quelle chirugiche (bianche/azzurre) che rappresentano veri e propri dispositivi medici e che sono certificate a seconda della capacità di filtraggio. Le mascherine di tipo FFP2 e FFP3 sono più efficienti di quelle in stoffa perchè oltre a proteggere gli altri fermando le goccioline in uscita, proteggono anche noi bloccando quelle in entrata. Di solito si usano in ambienti sanitari.
Come e quanto lavare le mascherine riutilizzabili e come indossarle
“Dopo aver usato le mascherine di stoffa, esse vanno lavate a 60°. Bene anche sterilizzarle con una vaporiera (quella del ferro da stiro per esempio) o disinfettarle con alcol 70° o acido ipocloroso. Se si è in giro è bene avere in borsa uno spray igienizzante, ma non sostituisce il lavaggio ad alta temperatura”.
Mascherina anti-Covid: come si indossa e corretto utilizzo
Importante però è come si indossano le mascherine: in questi mesi abbiamo visto di tutto. Naso e bocca vanno coperti entrambi e non va bene indossarla in modo scorretto. Bisognerebbe evitare di toccare la stoffa con le mani, ma soltanto gli elastici laterali. Il ferretto deve aderire bene al naso per non lasciare vie di fuga o di ingresso. No insomma alla mascherina buttata in borsa, appoggiata sul bancone mentre beviamo il caffè, appesa allo specchietto restrovisore, per giorni in auto.
Ci sono degli effetti collaterali da segnalare? Lievi, come piccole allergie al naso e sulle guance che passano con la crema antistaminica . Chiaramente se le mascherine non sono certificate possono essere state prodotte con materie prime e tessuti che danno fastidio.
Mali di stagione: che succede se starnutisco o tossisco nella mia mascherina anti-Covid?
“La risposta è che va cambiata subito, soprattutto se c’è stato uno starnuto. I dati che arrivano da quei Paesi dell’altro emisfero che stanno uscendo adesso dalla stagione fredda: riferiscono che in periodo di Covid le infezioni respiratorie come il raffreddore sono diminuite moltissimo. Le misure anti-Covid insomma ci hanno protetto anche contro gli altri virus”.
Una mascherina non è per sempre: quando e come smaltirla?
Qualsiasi mascherina utilizzata ha un ciclo di vita che termina e a un certo punto va gettata. Quindi non ci affezioniamo troppo a una texture o a un modello in alternativa, facciamone una piccola scorta. A tal proposito arriva un monito sul loro smaltimento: Attenzione a come e dove si buttano una volta utilizzate. Vanno gettate nei rifiuti indifferenziati preferibilmente chiuse in una bustina di plastica sigillata . Tornando alla durata, la stoffa allenta la sua trama facendo passare il virus e i filtri perdono efficacia. Ergo: tutte le mascherine finiscono per non essere più efficaci a un certo punto.