Tra i virus invernali ce n’è uno che riesce ad avere quasi sempre la meglio sulla nostra salute: il virus del raffreddore. Ma perché proprio durante la stagione fredda?
Generalmente virus come il raffreddore prosperano meglio a temperature inferiori a 37 gradi, dato che sono proprio queste basse temperature a rendere più lenta e meno efficiente la risposta delle nostre difese immunitarie.
Un gruppo di ricercatori della Yale University School of Medicine – in un articolo pubblicato sul PNAS, Proceedings of the National Academy of Sciences – spiega che la diffusione della patologia è dovuta da un lato alle differenti esigenze ambientali dei rhinovirus e dall’altro a quelle del nostro sistema immunitario.
I rhinovirus faticano a riprodursi in un ambiente con temperatura pari a 37 gradi, cioè la temperatura corporea interna, mentre riescono facilmente a replicarsi a una temperatura più bassa, compresa fra 33 e 35 gradi. E sono proprio queste le temperature che si raggiungono nelle cavità nasali quando si sta per periodo prolungato al freddo.
Inoltre a basse temperature la risposta immunitaria innata diventa più lenta e meno efficiente. In particolare, nelle cellule rallenta l’attività di trascrizione dei geni responsabile della produzione di globuli bianchi.
Ad essere più rischiosi sono proprio gli sbalzi di temperatura. Infatti la permanenza in un ambiente fresco ma stabile permette al sistema immunitario di acclimatarsi, sia pur lentamente, attraverso un processo che invece viene costantemente interrotto e riportato al punto di partenza quando la temperatura continua a variare bruscamente.
Il fatto che il sistema immunitario rivesta un ruolo essenziale nello sviluppo del raffreddore è testimoniato dal fatto che in qualsiasi stagione il 20% delle persone ospita nelle cavità nasali popolazioni di rhinovirus. Ma queste non danno origine a particolari problemi, proprio perché tenute sotto controllo dal sistema immunitario.