Se improvvisamente non senti da un orecchio potrebbe non essere semplicemente cerume!
La sensazione di perdita dell’udito, anche parziale, insorta in breve tempo è nella maggior parte dei casi causata dalla presenza di un tappo di cerume all’interno del condotto uditivo esterno.
In alcuni casi, però, la perdita di udito è dovuta a una ipoacusia (diminuzione dell’udito) improvvisa e potrebbe accadere che il paziente, pensando che la causa possa essere un banale tappo di cerume, aspetti giorni o settimane prima di rivolgersi al proprio medico. Sarà quindi il medico curante, non obiettivando alcunché di sua competenza, a inviare poi il paziente dallo specialista, con ulteriore perdita di tempo prezioso per la corretta diagnosi, ipoacusia improvvisa, che invece necessiterebbe di cure immediate e tempestive.
Perdita dell’udito: i sintomi correlati alla presenza di cerume nell’orecchio
I sintomi correlati alla presenza di cerume includono:
- Ovattamento auricolare
- Peggioramento con l’introduzione di acqua nell’orecchio
- Miglioramento temporaneo dei sintomi stirando l’orecchio verso il basso o spalancando la bocca
Nei casi in cui invece la perdita uditiva sia associata alla percezione di un timbro metallico della voce, alla presenza di un ronzio nell’orecchio e alla persistenza dei sintomi nel soffiare il naso o nelle manovre di compensazione, sarebbe opportuno sospettare la presenza di una ipoacusia improvvisa e allertare il medico curante per un primo controllo, recandosi eventualmente presso uno specialista otorino.
Categorie a maggior rischio di ipoacusia improvvisa
Le categorie a maggior rischio di ipoacusia improvvisa comprendono:
- Pazienti ipertesi
- Pazienti affetti da patologie autoimmunitarie (tiroidite) e con rischio cardiovascolare
- Pazienti con precedenti patologie a carico dell’orecchio
- Pazienti diabetici o dislipidemici.
In molti casi di ipoacusia improvvisa in cui la causa si ritiene essere di origine virale la malattia può manifestarsi anche in soggetti giovani in buona salute.
Perdita dell’udito: diagnosi e terapia
La diagnosi di ipoacusia improvvisa è di pertinenza otoiatrica è non può prescindere dalla esecuzione di un esame audiometrico tonale e da un esame impedenzometrico. Ogni paziente dovrebbe essere sottoposto a ulteriori accertamenti audiometrici mediante i Potenziali Evocati Uditivi e radiologici mediante esame RMN dell’orecchio interno e dell’angolo ponto cerebellare.
La terapia deve essere la più precoce possibile in quanto i risultati sono migliori nei casi in cui la presa in carico terapeutica non superi i 10 – 14 giorni di ritardo.
Le attuali linee guida internazionali sul trattamento dell’ipoacusia improvvisa prevedono l’utilizzo di cortisonici ev per almeno 10 giorni e, in caso di insuccesso, una eventuale terapia iperbarica entro i tre mesi dall’insorgenza del disturbo. La tradizionale terapia medica basata su antivirali, emoreologici e vasodilatatori periferici sembra avere scarsa efficacia.
Somministrazione di cortisone nell’orecchio medio
La terapia intratimpanica di cortisone può essere considerata una valida alternativa alla terapia endovenosa nei pazienti affetti da ipoacusia improvvisa. Le forme più responsive a questa terapia sarebbero quelle con curva audiometrica in caduta sulle frequenze acute o viceversa in salita sempre sulle frequenze acute. La terapia steroidea intratimpanica consente una rapida e notevole concentrazione all’interno della coclea del farmaco in assenza degli effetti collaterali legati alla terapia per via generale.
Il protocollo adottato nella mia esperienza prevede la somministrazione di 8 mg di desametasone per 3 giorni consecutivi e eventuale proseguimento del trattamento con ulteriori 3 somministrazioni a giorni alterni.