I test allergometrici rappresentano uno strumento diagnostico indispensabile per scoprire o confermare la presenza di allergie.
Perché i test allergometrici?
La diagnosi di malattia allergica si basa prevalentemente sulla storia clinica dei disturbi accusati dal paziente e sui risultati di indagini specifiche per confermare il sospetto clinico.
Quali sono i test diagnostici di allergia respiratoria?
Per la diagnosi di allergia respiratoria sono sufficienti i test cutanei diagnostici eseguiti sulla cute del braccio (prick test); raramente si deve ricorrere ad esami del sangue per confermare la diagnosi di allergia respiratoria.
Il prick test consiste nell’applicazione sulla pelle del paziente di una goccia dell’allergene da testare, nel pungere la cute con una puntina sottile e osservare la reazione dopo circa 10 minuti. Se vi è reazione compare un pomfo di diametro superiore a ai 4 millimetri con o senza alone di arrossamento.
Nella pratica clinica, sono quasi sempre inutili le indagini di laboratorio su sangue (i cosiddetti RAST) e sono assolutamente sconsigliate le indagini tipo “test di provocazione”.
Per evitare che i prick test possano risultare falsamente negativi, non vanno somministrati antistaminici per una settimana almeno prima della loro esecuzione.
A quale età si possono eseguire i test allergometrici?
Se il lattante manifesta sintomi di sospetta allergia, può essere sottoposto a prick test con l’allergene sospetto fin dalle prime settimane di vita.
Quali sono i test per la diagnosi di allergia alimentare?
L’osservazione della scomparsa dei sintomi con l’eliminazione dell’alimento nella dieta e della loro ricomparsa con la reintroduzione dell’alimento permetterà di porre diagnosi di intolleranza a quell’alimento.
I prick test hanno un ruolo puramente accessorio nella diagnosi di allergia alimentare; quelli con estratti del commercio possono rappresentare un’indagine indicativa per l’allergia a proteine stabili come quelle del latte vaccino e dell’uovo di gallina.